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SACROFANO

Sacrofano, a pochi chilometri a nord della Capitale, si estende alle pendici del Monte Musino a 260 metri sul livello del mare. Il Comune conta poco più di 8 mila abitanti e si è sviluppato nel tempo intorno al nucleo centrale del vecchio paese, lo storico borgo medioevale, nel territorio del Parco di Veio.
Un territorio di origine vulcanica digradante verso la pianura, con una ricca vegetazione – la cosiddetta Macchia di Sacrofano – ampie distese di prati con ville e casali adagiati tra gli ulivi. Un territorio ampio, adatto per l’equitazione, il trekking e il cicloturismo, che si estende per un’area di 2800 ettari e che per più dell’80 per cento ricade in territori protetti e tutelati da Enti pubblici quali il Parco di Veio, l’Università dei Possidenti di Bestiame e l’Università Agraria di Sacrofano.

 

STORIA

Il nome di Sacrofano deriva dal “Sacrum fanum” cioè dal tempio sacro dedicato a Giove Tonante ed Ercole Musino, i cui resti sono stati rinvenuti sulle pendici del Monte Musino; secondo altri, invece, l’origine del nome è dovuta alla presenza della “scrofa” che ha trovato nell’abbondanza di acqua e nella ricchezza di boschi di quercia il terreno ideale per lo stanziamento e la riproduzione. Troviamo la scrofa anche nello stemma del Comune.
La zona, situata tra la via Cassia e la via Flaminia, fu inizialmente parte del territorio della città etrusca di Veio (ager Veientanus), fece poi parte dei possedimenti della chiesa e fu quindi “incastellato” per proteggere dalle invasioni dei Saraceni fino a divenire feudo degli Orsini e dei Chigi.

 

LUOGHI DI INTERESSE

  • Il borgo medievale con i suoi vicoli, le sue piazzette e i suoi scorci incantevoli. Dalla seconda metà del 1300 diventò un feudo della Famiglia Orsini che poi nel 1662 lo cedette ai Chigi. Risulta molto ben conservato con la sua originaria rocca. All’interno il suggestivo ghetto ebraico, secondo nella storia italiana dopo quello veneziano, vissuto sino all’Unità d’Italia.
  • La Chiesa di San Giovanni Battista costruita nell’XI secolo, con il suo bel campanile romanico ancora oggi ben conservato, simbolo del paese. Di recente, all’interno della chiesa, sono stati restaurati i pregevoli affreschi dell’abside, risalenti al XVII secolo. Nel vestibolo della chiesa è conservata una grande campana che suonò fino al 1799, con un’iscrizione del 1357.
  • La Chiesa di San Biagio, risalente alla seconda metà del XV secolo, rimaneggiata nel XVIII secolo, con un magnifico soffitto a cassettoni dorato e con tele che ricordano i miracoli del santo patrono a cui la Chiesa è dedicata. È l’attuale parrocchia del paese.
  • Palazzo Placidi-Serraggi, edificio settecentesco eretto in stile tardo barocco.
  • La mostra permanente “I Cavalli di Tanzi”, opere pittoriche realizzate tra il 1960 e il 2000 e dono alla comunità del noto pittore contemporaneo Gaetano Tanzi, cittadino di Sacrofano. Soggetto principale dei dipinti è il cavallo, simbolo di eleganza, audacia e generosità, che ben si sposa con l’appellativo di Sacrofano “terra dei cavalli”.
  • Il Palio della Stella, rievocazione storica in costume che ha luogo nel mese di settembre e ripropone la leggenda medievale di una sfida tra un nobile cavaliere ed un tiranno che soggiogava Sacrofano. Nel Palio della Stella, i residenti delle sette contrade del paese si battono in un torneo a lancia e cavallo, cercando di infilzare le tre stelle e di colpire i tre anelli posti sul tracciato di gara nel minore tempo possibile. La manifestazione è inserita nell’Albo Regionale delle Rievocazioni Storiche.
  • Le bellezze naturali e archeologiche del territorio che circonda Sacrofano, all’interno del Parco di Veio, con itinerari che conducono a Monte Musino, di origine vulcanica. La sua vetta è la più elevata dell’area protetta. Gli itinerari possono essere percorsi a piedi, a cavallo e in mountain bike, a contatto con la natura e con la flora e la fauna tipici di questi luoghi. Sulla cima del monte i resti di un luogo di culto antico sacro a Giove Tonante ed Ercole Musino.

 

CUCINA

Piatti semplici e genuini conservano i gusti e i sapori della cucina contadina insieme a carni, formaggi e oli locali:

  • Le Pappardelle al cinghiale, pasta fresca all’uovo preparata con carne macinata e servita con le tipiche fettucce larghe e ruvide, fatte a mano con materie prime locali.
  • Lo Zaccagnotto, solo acqua e farina per questa fettuccina corta e spessa, condita con un semplice sugo di pomodoro, aglio, basilico e una abbondante manciata di pecorino romano grattugiato.
  • L’acquacotta, zuppa pastorale che prevede l’utilizzo di erbe spontanee, olio d’oliva, acqua, pecorino grattugiato, uovo e pane raffermo abbrustolito.
  • La ciambella di San Nicola, tipico dolce donato ai bambini il 6 dicembre in occasione della festa del Santo, prodotto con zucchero, latte, farina, uova, olio extra vergine d’oliva, limone, ammonio e bicarbonato.
  • Carni locali bovine, ovine e suine di produzione locale.
  • Rinomati produttori di formaggi che utilizzano materie prime a Km zero e antiche ricette.
  • Ulivi che producono un ottimo olio extra vergine di oliva con estrazione a freddo nel frantoio locale.

 




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