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Stemma di SacrofanoIl manoscritto in pergamena, risalente al 1554, conservato presso il Comune di Sacrofano, è una copia, redatta in lingua volgare, dello Statuto originale in latino: sul verso dell'ultima cartula conservata (c.72) vi sono alcune annotazioni in grafia più antica di quella del testo che riportano una data che si può indicare nel 1554 ed il titolo in latino Statutum Scrofani, forse l'incipit dello statuto in latino che fu sicuramente il primo ad essere concesso alla comunità di Sacrofano.
La traduzione del testo dello Statuto in lingua volgare fu infatti commissionata dalla comunità di Sacrofano il 29 giugno 1560. Il testo che possediamo è evidentemente una copia di questa traduzione eseguita da Julianus Rotellius Ponzianensis, l'amanuense copiatore, originario di Ponzano Romano. Una parziale riproduzione dello stesso si trova presso la biblioteca del Senato della Repubblica dove, nella raccolta statutaria, esiste un volume in carta normale in scrittura minuscola moderna risalente al XX secolo in cui sono ricopiate le prime rubriche del primo libro ed inserite riproduzioni fotografiche del manoscritto origi-nale che risulta essere appunto quello conservato nel Comune di Sacrofano. Lo statuto di Sacrofano è suddiviso in cinque libri, ognuno dei quali è articolato in capitoli contrassegnati da rubriche.
Il primo libro "del regimento" concerne il diritto pub-blico (diritti e doveri dei pubblici ufficiali e attività e competenze degli organi consiliari) ed è suddiviso in 72 rubriche.
Il secondo libro "dei civili" riguarda la giustizia civile ed è suddiviso in 189 rubriche.
Il terzo libro riguarda i "capitula extraordinaria", relativi a materie di interesse pubblico (strade, mercati etc.) ed è suddiviso in 78 rubriche.
Il quarto libro
riguarda i "danni dati", cioè la casistica del risarcimento del danno ed è suddiviso in 46 rubriche.
Il quinto libro "dei malefici" concerne il diritto penale ed è suddiviso in 87 rubriche.

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